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domenica 30 novembre 2014

Pici con carne chianina

Prendiamo una tipica pasta toscana, i pici, prendiamo una tipica carne toscana, la mucca chianina, prodotti a km 0, sani e genuini.
Indichiamo come realizzare questo buonissimo piatto della tradizione toscana.
Abbiamo proposto una ricetta priva di pomodoro, perchè venne portato in Italia solo dopo la scoperta dell'America e dopo la morte di Lorenzo il Magnifico.

Ingredienti per 4 persone:
400 gr di pici
1 cipolla bianca
1 carota
1 costa di sedano
200 gr di manzo di mucca chianina
2 salsicce
vino bianco
ricotta di mucca stagionata
olio extra vergine di oliva

Preparazione
Prepariamo i pici con acqua, farina e un pizzico di sale. Mettiamo su una padella un poco di olio, facciamo appassire la cipolla tritata finemente. Aggiungiamo poi carota e sedano sminuzzati.
Aggiungiamo il macinato di manzo di mucca chianina e facciamo insaporire a fuoco lento. A cottura quasi ultimata, aggiungiamo le due salsicce a pezzetti, sfumiamo con del vino bianco e facciamo terminare di cuore a fuoco vivo.
Scoliamo i pici e mettiamoli nella padella con il condimento, facendo amalgamare bene a fuoco vivo.
Impiattiamo e tritiamo sopra il composto un poco di ricotta di mucca stagionata.






Cosa sono i pici?

Oggi parliamo di un piatto della tradizione contadina toscana, in particolare della zona di Siena e
Grosseto: i pici.
L'origine di questa pasta lunga risale agli Etruschi, popolo pre-romano che abitava appunto anche la regione della Toscana, con importantissimi centri urbani. Questo tipo di pasta nel Rinascimento era presente sulla tavola dei contadini, ma veniva servita con condimenti opulenti e a base di cacciagione anche sulle mense dei nobili e ricchi Signori.
Sono fatti con acqua, farina di grano duro e olio extravergine di oliva, ingredienti semplici.



E' un piatto sano, concetto su cui si riflette a lungo, capace di dare il giusto apporto di calorie all'organismo e realizzato con ingredienti della nostra terra, concetti che vengono ad essere al centro dell'Expo 2015.

Se volete potete realizzarli a mano in casa, o acquistarli da pastifici che in Toscana li producono sfusi, senza una produzione industriale ed un confezionamento in buste di plastica.
Tante sono le ricette con cui i pici vengono preparati, tutte molto buone ed appetitose.



sabato 29 novembre 2014

Ecco la ricetta di Lorenzo il Magnifico... i Cialdoni!

Volete realizzare proprio i CIALDONI che venivano preparati nel Rinascimento?
A darci la ricetta è proprio lo stesso Lorenzo il Magnifico nel "Canto dei cialdoni".

Metti nel vaso acqua, e farina drento
Quanta ve n’entra e mena a compimento:
quando hai menato, ei vien come un unguento,
acqua che proprio par di maccheroni.
Chi non vuole al menar presto esser stanco
Meni col dritto e non col braccio manco:
poi vi si getta quel ch’è dolce, e bianco
zucchero, e fa il menar non abbandoni                      
Convien in quel menar che cura s’aggia,
per menar forte, che di fuor non caggia:
fatto l’intriso, poi col dito assaggia,
se ti par buono, le forme al fuoco poni.
Scaldale bene, e se la forma è nuova,
il fare adagio, e ugner molto giova,
e mettivene poco prima, e prova
come riesce, e se gli getta buoni.
Ma se la forma sia usata e vecchia,
quanto tu vuoi per metter n’apparecchia,
perché ne può ricevere una secchia:
e da Bologna i romaico son buoni.
Quando lo ‘ntriso nelle forme metti,
e senti frigger, tieni i ferri stretti,
mena le forme, e scuoti, acciò s’assetti,
volgi sossopra; e fien ben cotti, e buoni.
Il troppo intriso fuori spesso avanza,
esce pei fessi, ma questo è usanza;
quando è ti par che sia fatto abbastanza,
apri le forme, e cavane i cialdoni.
Nello star troppo scema, e non già cresce;
se son ben unte, da se quasi n’esce:
e ‘l ripiegarlo allor facil riesce
caldo; e ‘n un panno bianco lo riponi.
Piglia le grattugie, p un pannuccio
Ruvido, e netta bene ogni cantuccio:
la forma è quasi una bocca di luccio,
tien nep fessi lo ‘ntriso, che vi poni.
Esser vuole il cialdone un terzo, o piue,
grosso a ragione, aveer le parti sue;
ed a fargli esser vogliono almen due
l’un tenga, e l’altro metta, e fansi buoni.
Se son ben cotti, coloriti e rossi,
son belli, e quant’un vuol mangiarne puossi,
perché se paiono ben vegnenti, e grossi,
stringendo, è son pur piccoli bocconi
Quanta ve n’entra e mena a compimento:
quando hai menato, ei vien come un unguento,
acqua che proprio par di maccheroni.
Chi non vuole al menar presto esser stanco
Meni col dritto e non col braccio manco:
poi vi si getta quel ch’è dolce, e bianco
zucchero, e fa il menar non abbandoni                      
Convien in quel menar che cura s’aggia,
per menar forte, che di fuor non caggia:
fatto l’intriso, poi col dito assaggia,
se ti par buono, le forme al fuoco poni.
Scaldale bene, e se la forma è nuova,
il fare adagio, e ugner molto giova,
e mettivene poco prima, e prova
come riesce, e se gli getta buoni.
Ma se la forma sia usata e vecchia,
quanto tu vuoi per metter n’apparecchia,
perché ne può ricevere una secchia:
e da Bologna i romaico son buoni.
Quando lo ‘ntriso nelle forme metti,
e senti frigger, tieni i ferri stretti,
mena le forme, e scuoti, acciò s’assetti,
volgi sossopra; e fien ben cotti, e buoni.
Il troppo intriso fuori spesso avanza,
esce pei fessi, ma questo è usanza;
quando è ti par che sia fatto abbastanza,
apri le forme, e cavane i cialdoni.


Il dolce preferito da Lorenzo il Magnifico!

Sapete Quale era il dolce Preferito da Lorenzo dei Medici?
Il CIALDONE . Una dolce cialda, semplice ma gustosa, che veniva cotta all'interno di forme speciali (Oggi vi sono delle piastre apposite).
.
E la ricetta ci viene data proprio da Lorenzo il Magnifico nel " Canto dei cialdoni ".

Proviamo a prepararlo anche noi.


Ingredienti :
100 gr di farina
120 gr di zucchero
2 Uova
1 pizzico di sale

Preparazione :
Stendete su Una tavola la farina, romepetevi le uova, aggiungete zucchero ecco, un pizzico di sale ed amalgamare bene, Fino ad ottenere Una pasta di soda e morbida.
Fate delle piccole masse di pasta, stendetele all'interno di piastre per cialde e cuocete. A cottura ultimata, quando ancora i cialdoni sono caldi potete arrotolarli e servirli magari con delle fragole o marmellata di castagne.





venerdì 28 novembre 2014

Zuppa tipica toscana, ricetta fiorentina!

La "Ribollita" ovvero "Zuppa toscana di magro dei contadini"(Artusi).
E' questo un tipico piatto povero della tradizione toscana, a base di verdure cotte avanzate i giorni precedenti, pane raffermo e olio extravergine di oliva. Proponiamo la ricetta tradizionale di Firenze contenuta in "La cucina di casa del Gambero Rosso", di Annalisa Bargagli.

Ingredienti per 4 persone:

  • 400 gr di pane toscano raffermo
  • 400 gr di fagioli cannellini secchi
  • 2 dl di olio
  • 1 cavolo nero
  • 1/2 verza
  • 3 carote
  • 1 cipolla
  • 1 patata
  • 4 coste di sedano
  • 2 spicchi di aglio
  • salvia
  • 2 cucchiai di concentrato di pomodoro 
  • sale
  • pepe

Preparazione
Cuocete per circa 2 ore i fagioli con la salvia e gli spicchi di aglio e sale, dopo averli messi a bagno nell'acqua per almeno 8 ore. Aggiungete il cavolo verza tagliato a listarelle ed il cavolo nero a piccoli pezzi, quindi le patate a tocchetti. Cuocete a fuoco vivo e passate la metà dei fagioli, uniteli alla zuppa insieme al liquido di cottura ed un cucchiaino di concentrato di pomodoro. Aggiungete dopo circa mezz'ora i fagioli che restano e lasciate cuocere per un'altra ora a fuoco basso.
Disponete nei piatti uno strato di fette di pane e versatevi la zuppa, una volta terminata di cuocere.

giovedì 27 novembre 2014

Da Leonardo da Vinci all’Expo 2015

Il cibo è il filo conduttore dei due grandi momenti nella storia, del Rinascimento e dell’epoca attuale.
Il cibo diviene un fattore determinante della civiltà e della cultura, acquisendo un valore estrinseco. Diviene alimentazione, connesso al concetto di “salute”. Dall’alimentazione dipende la qualità della vita.
Scriveva LEONARDO DA VINCI:
al corpo [...] se tu non li rendi nutrimento eguale al nutrimento partito, allora la vita manca di sua valetudine; e se tu levi esso nutrimento, la vita in tutto resta distrutta; ma se tu ne rendi tanto quanto se ne destrugge la giornata, allora tanto rinasce di vita quanto se ne consuma; a similitudine del lume fatto dalla candela col nutrimento datali dell'omore d'essa candela, il quale lume ancora lui, al continuo, con velocissimo soccorso, restaura da sotto quanto sopra se ne consuma".

In queste parole il concetto di cibo frugale” e “consapevole”, su cui oggi si torna a parlare con il grande evento internazionale del 2015.

mercoledì 26 novembre 2014

Il pane nel Rinascimento

Nel Rinascimento il pane che fino ad allora veniva fatto lievitare naturalmente, viene fatto con la farina di grano duro di alta qualità. Grazie al lievito di birra e al crescente consumo di pane da parte delle classi più agiate, i fornai diedero libero sfogo alla loro fantasia creativa, con nuove forme e tipi diversi di pane: al burro, all'olio, alle olive, alle erbe aromatiche; e poi pani dolci, con le uvette, con il cioccolato, con l’anice. Ogni stato sociale viene ad avere il suo pane. Ce ne era uno per il Papa ed uno per i Re e poi quello per il Cavaliere e via dicendo.

lunedì 24 novembre 2014

Pane fiorentino... senza sale!

Il pane che i fiorentini oggi mangiano è il "pane sciocco", ovvero senza sale. E perchè? Questa tradizione deve la
suaorigine nel 1100 quando nella disputa con Pisa, i fiorentini non poterono avere le scorte di sale, bloccato da Pisa, all'epoca repubblica marinara.
E da quel momento i fiorentini si adeguarono a mangiare il pane sciapo, oggi apprezzato anche dai numerosi turisti.

L'arte del cucinare nel Rinascimento

Nella Firenze di Lorenzo il Magnifico erano frequenti banchetti con servizi da tavola pregiati e lussuosi. Il Rinascimento è l'epoca dei grandi allestimenti raffinati, che vengono realizzati anche con il contributo di artigiani e professionisti.
Vengono servite pietanze, cucinate con estro e grande senso del gusto. Erano frequenti ricettari e manuali della cucina, per l'interesse generale che il cibo viene ad avere e manuali sull'arte di apparecchiare.
Noi vorremo dare al nostro lettore la possibilità di gustare ancora quegli antichi piatti e di servirli con un'attenzione alla disposizione della tavola.
Questo grazie alla partecipazione a questo blog di professionalità fiorentine, che vi presenteremo.



domenica 23 novembre 2014

donnaflorenzia.blogspot.it

L'arte del cucinare e i valori della tavola da Lorenzo il Magnifico all'Expo 2015

Questo blog è riservato a coloro che amano la città di Lorenzo il Magnifico, la cucina e i vini, i luoghi misteriosi e affascinanti di Firenze e della Toscana!

Ma vuole essere un modo per comprendere come i valori della tavola e dell'alimentazione, che caratterizzarono il Rinascimento fiorentino, non sono così lontani dai concetti al centro dell'Expo 2015.

Un viaggio tra i sapori della tavola e tutto quello che ruota attorno!

Il Blog ha la possibilità di essere letto in plurilingue.